The Daily: inizia l'era del giornalismo elettronico?

Mentre in Italia tra i giornali continua la corsa all'edizione ad hoc per gli "iPaddiani", dall'altra parte dell'oceano Murdoch e Steve Jobs (nonostante i problemi di salute) sono già oltre. E allora ecco The Daily, il primo quotidiano fatto soltanto per iPad (vi rimando a lastampa.it per approfondimenti)...

Tanto si è parlato di "giornalismo digitale", news on the mobile phone, editoria elettronica, bla bla bla. Tante sono state le proiezioni (quelle che mi piace chiamare "fughe in avanti") troppo generose nei confronti di nuove iniziative di giornalismo fatto di bit. Spesso si è parlato di un "nuovo giornalismo" che consentisse di allargare il bacino di lettori - soprattutto tra i giovani - creare nuovi spazi pubblicitari...insomma di dare nuova linfa alle casse degli editori. Ma quasi sempre i protagonisti delle "fughe in avanti" hanno finito per fare uno - se non due - passi indietro

E ora? Accadrà anche con The Daily, il quotidiano tutto widget e touchscreen? Beh, stavolta mi sa che ci siamo. Sono 15 milioni gli iPad venduti in tutto il mondo. Poco meno di 10.000 sono i widget e le application a disposizione di chi ha un iPad...tra questi molti sono dedicati proprio all'informazione. 

Ma a parte i numeri impressionati del gioiellino di Steve Jobs, tanti sono i punti che fanno pensare al tablet - che sia griffato Apple o Samsung - come il device che ci farà fare uno - se non due - passi in avanti verso il "giornalismo digitale".

1. Il primo. La nostra "digitalizzazione". Rispetto a qualche anno fa, siamo molto più maturi e pronti a device digitali e ad un'informazione anywhere & anythime. Siamo ormai abituati a tutto ciò che è digitale e abbiamo fame di always on.
2. Il secondo. La pubblicità. Sulle edizioni per iPad dei giornali - che sia Repubblica.it o The Daily - gli inserzionisti pubblicitari possono e devono acquistare di tutto, considerando i numeri dell'iPad. Il giornalismo on the tablet, quindi, non può che attirare gli editori...ecco la nuova linfa anche per loro.
3. Il terzo. I costi. Con The Daily nasce un nuovo modello commerciale: l'abbonamento bisettimanale a 99 centesimi di dollari e appena 40 dollari per quello annuale. In Italia Repubblica.it su iPad costa 15 euro al mese...ma presto anche da noi si andrà al ribasso. Gli iPaddiani made in Italy continuano a crescere.
4. Il quarto. I giovani. Chi di noi non è attratto da tutto ciò che è digitale, multimediale, interattivo e social? Il The Daily e i suoi successori sono e saranno digitali, multimediali, interattivi e social. Non a caso, Murdoch ha parlato del suo The Daily come un "giornale integrato con le comunità dei social network".

Sia ben chiaro. Nessuna spallata a giornali e giornalisti. Ma un ulteriore passo - stavolta sembra più concreto e in un contesto forse più maturo - verso il giornalismo elettronico.
Che ne dite? Pensiero condivisibile? Oppure stavolta sono io quello delle "fughe in avanti"?

Facebook perché mi hai taggato?

Quante volte avremmo voluto dire ai nostri amici "ehi, perché mi hai taggato su Facebook?" (di solito siamo più coloriti, ma qui ho preferito la versione edulcorata).
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Ebbene tra qualche settimana la nostra frase dovrà cambiare in "ehi Facebook, perché mi hai taggato?"(e credo che in questo caso saremo ancora più coloriti!). Eh si perché il colosso del social networking, dopo aver apportato un po' di cambiamenti alla piattaforma (ne parleremo in un prossimo post, quando i nuovi servizi saranno avviati) ha annunciato il lancio di Tag Suggestion.
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Si tratta di un'applicazione che consentirà il riconoscimento facciale delle nostre foto! In pratica, se tagghiamo una volta i nostri amici, per le successive volte ci penserà Facebook a taggarli nuovamente, riconoscendone "la faccia". Tag Suggestion confronterà tra loro le foto caricate e già taggate e suggerirà i tag dei nostri amici. 
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I vantaggi per gli amici Facebookiani? Niente perdita di tempo per il tagging.
Gli svantaggi per gli amici e i nemici Facebokiani? Ovviamente - come troppo spesso accade quando si parla di questo Social Network - è la privacy. Facebook ha annunciato che gli utenti avranno la possibilità di disattivare il riconoscimento facciale del software tra le proprie impostazioni della privacy. Certo, va bene, ma quanti degli utenti presenti sulla piattaforma di Zuckerberg modificano queste impostazioni? Pochissime...
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Mentre il nuovo servizio susciterà nuove polemiche a riguardo, vi segnalo soltanto che non si tratta di una vera e propria novità in rete. Qualcosa di simile a Tag Suggestion è già presente sul Web e si chiama Face.com. La piattaforma, peraltro presente su Facebook, permette di agli iscritti di inserire foto e taggarle una sola volta. Per le successive foto il sistema inserirà un tag automatico, dopo aver riconosciuto "le facce". Facebook non farà altro che inserire l'applicazione di Face.com nel suo Facebook Photos, quello che utilizziamo tutti i giorni...
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Vediamo cosa accadrà...

Internet Diritto Costituzionale. Articolo 21-bis(?)

L'idea è stata lanciata da Wired Italia. Dopo l'insuccesso de "Internet Premio Nobel per la Pace" (vi propongo questo articolo di Ninja Marketing), la rivista diretta da Riccardo Luna ci riprova. Stavolta meno provocatoria - e meno "marchettara" (ovvero meno legata al marketing) è la proposta lanciata dalla "Bibbia di Internet" made in Italy.
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Inserire Internet e il Web tra i Diritti Costituzionali dei cittadini italiani. Ecco il testo dell'Articolo 21-bis, presentato in Senato con apposito disegno di legge costituzionale:

Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizioni di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale.


Partita in sordina on the Web, l'iniziativa targata Wired è stata portata avanti grazie all'impegno di uno dei giuristi italiani più apprezzati, Stefano Rodotà. Nelle scorse settimane gli utenti sono stati chiamati a firmare on line la petizione del giurista italiano; poco meno di 2.000 i firmatari (cliccate qui per firmare).
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In occasione dell'Internet Governance Forum 2010, tenutosi a Roma il 29 novembre, Stefano Rodotà ha presentato la sua proposta di modificare il testo costituzionale - l'articolo 21 - in sintonia con una recente raccomandazione del Parlamento Europeo: rafforzare la libertà su Internet, in quanto "strumento indispensabile per promuovere iniziative democratiche". E la proposta - ormai disegno di legge a tutti gli effetti - è arrivata in Senato. 16 i Parlamentari di Palazzo Madama che l'hanno già firmata: il primo è stato Roberto di Giovan Paolo del PdL, seguito tra gli altri da Ignazio Marino e Silvio Sircana.
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Iniziativa apprezzabile e degna di nota, che magari verrà anche portata a termine. Tuttavia, più di qualche perplessità è d'obbligo. 
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1. La recente ricerca della Said Business School dell'Università di Oxford ha sentenziato come l'Italia sia ancora indietro sulla qualità della banda larga. Tra i paesi definiti come "Broadband Leadership" l'Italia è ben 26esima. Ci precedono perfino Romania e Grecia. E la banda larga è la prospettiva per fare di Internet un Diritto Costituzionale. 
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2. Ma l'Italia non ha tagliato i fondi per la banda larga, appena qualche mese fa, da 800 a 100 milioni di euro?
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3. Siamo sicuri che dopo la vicenda WikiLeaks (per chi ancora non la conoscesse segnalo questo articolo) i nostri Parlamentari siano sensibili a Internet come Diritto Costituzionale?
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4. Ma in Italia più di qualcuno - tra quelli che contano - non ha caldeggiato l'adozione della Legge Hadopi francese anche in Italia (ecco in breve di cosa si tratta)? Tanto per citarne uno il Ministro della Cultura Sandro Bondi
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Staremo a vedere...

Cosa faresti per 5 euro? Te lo dice Cinkue.com

Continua il nostro angolo di Social Networking News. Question: avete 5 euro da spendere e non sapete cosa farne? Solution: Cinkue.com, "la prima community in Italia di servizi a partire da 5 euro". In pratica, una sorta di Kijiji o Bacheca, con un taglio leggermente più social, in cui gli utenti possono iscriversi gratuitamente e offrire servizi, personali e professionali. Il costo? Ovviamente, si parte dai 5 euro...
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C'è chi vi aiuta a scrivere lettere d'amore, chi vi consegna direttamente a casa la carta igienica o vi invia le ricette preferite. Non mancano i "consulenti dell'amicizia", freelance che dispensano consigli su come creare vere e proprie reti di amici virtuali...in cambio di 5 euro. E non potevano non trovare spazio gli annunci e le offerte più singolari...o le proposte indecenti...

Ma insieme a quelli che Cinkue.com chiama "Fuori di testa", la nuova service community made in Italy ospita anche servizi più professionali, suddivisi in diverse categorie: si vai dai "più classici" dopo scuola e traduzioni, passando per servizi legali e di business, fino ad arrivare all'immancabile informatica e al Web design. 
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La recente iniziativa sul Web italiano è stata portata avanti da due giovani imprenditoria, sulla scia del solito precursore americano (stavolta si tratta di Fiverr.com). In poco tempo la piattaforma ha un raggiunto un successo on line tanto rapido e sorprendente che è stata riconosciuta come una delle iniziative imprenditoriali più innovative (vi rimando all'Idea Awards 2010). Eh si sorprendente...anche per i due giovani ideatori di Cinkue.com...tanto che la partecipazione all'ultimo SMAU di Milano, una citazione su Rai 3 e un recente articolo su repubblica.it hanno dato un'impennata tanto forte ai contatti della piattaforma da far scoppiare i server. La nuova community italiana è attualmente off line "a causa delle centinaia di migliaia di visitatori sul sito".
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Ma appena on line, c'è da giurarci che la piattaforma sarà ancora più popolata tra gli utenti della rete made in Italy. Intanto, possiamo seguire Cinkue.com sulla pagina fan di Facebook e sul Blog ufficiale.
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A proposito del Blog...interessante il livello di coinvolgimento e di partecipazione degli utenti, soprattutto in fase di avvio...molto meno interattivo e più "autoreferenziale" quando più di una redazione e di un magazine on line hanno cominciato a parlare dell'iniziativa. Troppa centralità è stata data ai post dedicati a quel famoso "parlano di noi", con in evidenza le attenzioni ricevute da chi si occupa di informazione, rispetto a quanto ci si aspetterebbe da una community fatta di e da freelance. Vedremo se Cinkue.com proverà ad aggiustare il tiro on the Blog...in ogni caso, quella sulla Blogosfera è ancora un'esperienza molto giovane in quel di Cinkue...

Stage al Ministero dello Sviluppo Economico...opportunità o sfruttamento?

Quando ho iniziato a scrivere il mio Blog ReMediAtion mi sono promesso di non "uscire mai fuori dai binari", di parlare e ragionare a voce alta sempre e soltanto di spunti e argomenti che fossero inerenti al tema di questo spazio in rete...comunicazione, giornalismo on line, Internet, Web 2.0, marketing...

E' da tanto che non scrivo...circa 5 mesi, in cui sono successe tante cose nella mia vita, piacevoli e meno piacevoli..."quanto mi manchi" starà pensando il mio Blog ReMediAtion...ma ora eccomi qua, a riscrivere dopo tanto tempo e soprattutto a tralasciare la mia promessa iniziale...caro Blog ReMediAtion non restarci male se oggi non parlo delle solite cose sul nostro amato Web...

Si, perché l'input a riscrivere sul mio Blog viene da una delle tante e comuni offerte di lavoro...si tratta di uno stage di 4 mesi presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Più nel dettaglio, si tratta di un programma di tirocinio che è stato siglato dalla Fondazione CRUI per le Università Italiane e dallo stesso Ministero...qualcuno dirà "grande opportunità!"

Certo...ma qualche riga fa ho parlato di "una delle tante e comuni offerte di lavoro"...eh si, perché anche questa - come tante altre proposte ai laureati in cerca di occupazione - è RIGOROSAMENTE GRATIS! Niente stipendio, ma quello che più colpisce è NIENTE RIMBORSO SPESE!


In pratica, chi dovrebbe garantire la crescita economica del nostro Paese - e di conseguenza dei giovani che vi fanno parte e che tra qualche anno saranno la spina dorsale dell'Italia - ovvero il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO (non sarà un caso se si chiama così...o forse è davvero un caso?) sfrutta i giovani laureati (e scommetto che sia in cerca di persone anche brillanti!) senza sborsare nemmeno un euro per il caffè...

Potremmo ragionare sugli stipendi dei Parlamentari (altro che caffè!), sulle politiche di occupazione del nostro Paese, sulla Legge 30 o Legge Biagi del 2003...ma questo non è altro che uno spunto di riflessione, se volete una denuncia on the Blog, o magari uno sfogo di chi si fa portavoce di tutti quelli (e sono tanti) che lottano, aspettano, fremono, desiderano, sperano e soffrono...tutto per un posto di lavoro e per poter vivere con le proprie risorse, il proprio stipendio, le proprie forze...

...tutto questo succede soltanto in Italia...ma nonostante tutto c'è ancora chi sfrutta i mass media per parlare di BAMBOCCIONI...come no, esisteranno anche...ma dal Governo non arriva nessun supporto...anzi soltanto sfruttamento...

Caro Blog ReMediAtion ti prometto che non "uscirò più dai binari"...la prossima volta parliamo del nostro amato Web...promesso...

Klikot...il social network che ti paga (?)


E' nuovo...è social...ha successo...e soprattutto ti paga!
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E' Klikot, il nuovo social network che ormai da qualche mese sta spopolando on line al grido di "ricompensiamo i nostri utenti". Ebbene si, Klikot si è presentato agli abitanti del Web come il Network Sociale in grado di destabilizzare il mondo di Internet, le sue logiche e le sue dinamiche...perché "ricompensa i suoi membri"...almeno questa sembra essere la mission del neonato tra le applicazioni di social networking.
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Come funziona? Un po' come accade ai procacciatori di contatti (i famosi "porta a porta workers"), gli utenti di Klikot vengono pagati ogni qualvolta portano nuovi iscritti al social network, stimolano i commenti, incentivano visite a profili e pubblicazione di foto...in pratica per qualsiasi cosa facciano su Klikot.
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Quali le certezze e quali i lati oscuri di questa nuova applicazione?
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Partiamo dalle certezze. Anzi, dalla certezza. Klikot vanta livelli di diffusione notevoli, che neanche il colosso Facebook ha fatto registrare a pochi mesi dalla sua nascita sul Web. Già più di 500.000 sono infatti gli utenti iscritti all'applicazione, che quotidianamente cercano di "guadagnarsi la pagnotta" on line su Klikot...
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Si certo, diffuso. Ma in pratica, Klikot la fa "guadagnare o no sta pagnotta"? E qui attiviamo ai lati oscuri, tanti, troppi. L'elenco è lungo, ma andiamo con ordine:
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1. Quali sono le modalità di pagamento, o meglio di retribuzione? Klikot tace...in alcuni paesi fornisce informazioni molto vaghe...anche perché al momento dell'iscrizione non viene chiesto nessun dato in merito a carte di credito, conto paypal e altro
2. In fase di registrazione, nessun riferimento al trattamento dei dati sensibili. In pratica, se vi iscrivete e inserire i vostri dati personali "sensibili" non sapete dove e soprattutto in mano a chi finiscono;
3. Le modalità di guadagno non sono chiare. Il meccanismo è complesso: si parla di un guadagno in base al numero di iscritti portati, si raggiungono dei livelli (fino al 5°), ecc. ecc...insomma, una catena di Sant'Antonio;
4. Fino ad ora, da un rapido sondaggio on the Web sembra che nessuno sia stato ancora pagato. Tanti gli utenti che si affanno a "difendere con i denti l'immagine di Klikot", come viene indicato sul sito, ma nessuno che guadagna la pagnotta.
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Insomma...novità del Web o vera e propria bufala? Per ora, come direbbe un famoso comico, "la seconda che hai detto". Monitoriamolo insieme, fino a quando non esce fuori un utente con tanto di assegno o conto paypal gonfiato da Klikot (dubito...)

Nasce l'Associazione dei Dottori in Scienze della Comunicazione


Qualche tempo fa l'ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella avanzò la proposta di riformare gli ordini professionali in Italia (qualcuno affermava finalmente, mentre altri storcevano il naso). L'audace progetto partorito in quel di Ceppaloni - oltre ad una revisione dell'ordine dei giornalisti, in chiave meno "autorefenziale" - prevedeva la creazione di un ordine dei professionisti in comunicazione.
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Per qualcuno si trattava di una proposta interessante, per altri di un progetto senza senso. In ogni caso - come spesso accade alla politica made in Italy - tutto è rimasto su carta, anche per le note vicende dell'ex Ministro...
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A distanza di qualche anno, qualcosa si muove per i laureati e i professional della comunicazione. Non si tratta di un ordine professionale, né tanto meno di una proposta politica, ma di un progetto interessante e da seguire con attenzione: l'Associazione dei Dottori in Scienze della Comunicazione (ADSdC).
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Dopo il successo del gruppo su Facebook, il 19 febbraio 2010 ADSdC ha preso forma, con tanto di organismi sociali e norme statutarie.
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La mission della nuova Associazione? Fare sistema tra i neolaureati e i professionisti in comunicazione e...sensibilizzare il Paese a istituzionalizzare la figura professionale di chi, come me, si occupa di comunicazione, in una prospettiva a trecentosessanta gradi.
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Progetto audace. Ma perché non crederci?
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Per tutte le informazioni sull'Associazione vi rimando al blog istituzionale. Intanto, i complimenti - accompagnati da tanti in bocca al lupo - ai soci fondatori e al Presidente Luigi Pilloni.