Telegraph on line...18, 6 milioni di utenti

La versione digitale del Telegraph ha sbaragliato la concorrenza dei giornali on line.
La testata britannica può vantare la leadership tra i giornali nella Rete made in Great Britain, con una crescita vertiginosa negli ultimi anni (si parla di un incremento dei contatti del 153%), raggiungendo i 18,6 milioni di utenti. Un risultato che arriva in seguito a sforzi editoriali precisi e mirati, in particolare finalizzati alla realizzazione di un progetto di integrazione tra redazione di carta e web, con grandi investimenti inoltre nelle aree del sito dedicate agli aggiornamenti in tempo reale.
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A testimoniarlo è la testata britannica concorrente del Telegraph, il Guardian, in un recente articolo pubblicato sulla versione telematica del giornale.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

è interessante la crescita registrata dal Telegraph. Sarebbe altrettanto interessante scoprire quali sono gli introiti pubblicitari

Anonimo ha detto...

In Italia cifre del genere sarebbero inimmaginabili. La Rete negli Stati Uniti cresce a gran velocità, mentre in Italia sembra caratterizzata da una forte staticità

Settilio Mauro Gallinaro ha detto...

Caro asasas, per quanto riguarda gli introiti pubblicitari, l'OPA (Online Publisher Association) ha pubblicato i risultati di una recente ricerca, secondo i quali non sarebbero più di una decina i quotidiani on line ad aver chiuso il 2007 in attivo: tra questi non c'è il Telegraph. Crescita di contatti, milioni di utenti, ma la pubblicità sembra pagare di più sulla carta! Almeno per ora...

Settilio Mauro Gallinaro ha detto...

Caro appassionato on line, è vero, la rete made in Italy non corre come quella americana o britannica. Ma a questo ormai siamo abituati, in ambito tecnologico e non solo. Pensa che alcune tra le redazioni on line più famose negli Stati Uniti, come la CNN e la BBC, hanno aperto sezioni sul proprio sito dedicate al citizen journalism. La Rai invece ha appena inserito 4 blog nel suo portale...pensa un po'!

Anonimo ha detto...

E' già tanta manna che il sito della RAI sia quello che è adesso: fino alla scorsa estate era imbarazzante.....

In ogni modo, penso sia solo questione di tempo: è vero che la pubblicità on-line ancora non paga molto, ma questo perché ancora la stragrande maggioranza delle aziende (in Italia poi non ne parliamo) non ne ha ancora colto le potenzialità. Inoltre i costi per un giornale on-line sono drasticamente inferiori a quello cartaceo (basti pensare al costo della stampa e del trasporto per la distribuzione)

Settilio Mauro Gallinaro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Settilio Mauro Gallinaro ha detto...

Hai ragione, il sito della Rai ha fatto passi da gigante! Anche se ha ancora qualcosa da invidiare ai portali dei maggiori competitor (TcCom in testa).

Sono d'accordo con te, il mercato editoriale non ha ancora ben compreso la forza di Internet (per la verità anche molti giornalisti non ne hanno ancora appreso le potenzialità e continuano ad essere scettici). Anche io credo che tra qualche anno potremmo assisteremo ai primi grandi introiti dei giornali on line...ma sarà prima necessaria una totale rivisitazione del modello di business attuale (quello del "pay-per-news").

Attualmente consentire la fruizione dell'edizione digitale del giornale, con gli aggiornamenti e gli approfondimenti in tempo reale, ad un prezzo superiore al quotidiano in edicola non porta da nessuna parte. E intanto ci si informa attraverso blog, e-zine e portali in stile Google News...ecco, secondo me, una delle causa dei bilanci ancora in rosso delle aziende che tentano di investire in Rete.

Anonimo ha detto...

Concordo, inoltre ho notato che, per quanto riguarda l'italia, si fa ancora una certa fatica a pagare per qualcosa di "digitale", che non si tocca con mano.

Il "pay-per-news" anche secondo me non ha molto senso, piuttosto una strada potrebbe essere quella di un abbonamento fisso annuale (dal costo relativamente basso) che dia accesso ad una serie di approfondimenti e servizi di qualità aggiuntivi rispetto alla versione gratuita. E' una soluzione che sta funzionando su altri fronti e che sicuramente è migliore del sistema attuale.